Le librerie e il paradigma dell’emergenza

Le librerie e il paradigma dell’emergenza. Il punto di vista di un libraio.

 

Di Pino Sassano

 

Il confronto sull’opportunità dell’apertura delle librerie in questa temperie emergenziale di chiusura delle attività commerciali, per quel che può valere l’opinione d’un libraio, permette di porle in evidenza – in “emergenza”, appunto – come caso paradigmatico del momento.

Il libro e la lettura, come si sa, da anni si attestano su un “plateau” di vendita e diffusione imbarazzante per un Paese che vanta il nostro livello economico. Eppure, il florilegio di analisi e delle conseguenti iniziative per stimolarne la domanda sembra solo contribuire all’elevata offerta per titoli e numero di copie immessi sul mercato dagli editori. Offerta elevata, non tanto a fronte dei dati di pubblicazione degli altri Stati UE più evoluti, bensì per quanto il libraio riscontra quotidianamente nell’insostenibile quantità di rese, numero di titoli mai venduti e presenti in libreria, velocità di rotazione del magazzino, nonché da un insieme di indicatori gestionali che, senza entrare nel merito, si risolvono – sia per le librerie indipendenti che per quelle di catena – nell’altrettanto insostenibile conto economico.

  Problematiche del mercato italiano del libro la cui inadeguatezza di sistema è conclamata da anni dall’impossibilità di generare profitti per l’ultima parte della filiera: la libreria, appunto.

  Un’emergenza che, al di là di quella del coronavirus, ha indotto tante imprese alla chiusura definitiva, così come spazzerà via tante altre, della cui chiusura temporanea anti-contagio così tanto, giustamente, ci si accora.

  Insomma, una “emergenza”, quella della chiusura antivirale, che andrebbe intesa non tanto nell’accezione (Treccani) di “circostanza imprevista, accidente, particolare condizione di cose, momento critico”, ma come (sempre Treccani) “l’atto dell’emergere; in senso concreto, ciò che emerge”.

  Diversamente, sarebbe un peccato perdere la possibilità di approfittare di questa emersione, contrastandone solo gli aspetti d’accidente, e non quelli disvelati di un sistema che andrebbe riveduto in profondità. In tutte le relazioni e funzioni che legano le componenti dell’offerta (editori, distributori, librerie) tra loro e nei rapporti con la domanda, nonché con lo Stato che ne regolamenta gli sviluppi.

  Un’occasione da non perdere che potrebbe essere paradigmatica di altre emersioni da affrontare radicalmente anche in altri settori dell’economia e della società. E allora sì che, forse, #andràtuttobene.

 

Pino Sassano, libraio, ha 61 anni e vive a Cosenza.

 

 

 

 

 

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