Pandemia e resilienza filosofica

Dare un nome alle cose rientra fra i privilegi di noi esseri umani. Forse aiuta anche a placare qualche ansia. E di sicuro a classificare i fenomeni del mondo che ci circonda: a orientarsi meglio tra le loro sollecitazioni. Eppure, proprio questo privilegio oggi sembra essere soltanto un’ulteriore conferma di quanto sia grave la crisi in cui un virus è stato in grado di precipitare il mondo intero: più capisci e classifichi le cause e le conseguenze di questa pandemia da Covid-19; più cominci a orientarti nello scenario planetario che essa sta delineando e più la tua ansia invece di placarsi si accresce. Fino a farti sentire con chiarezza che proprio a questa pandemia possiamo reagire in modo costruttivo soltanto facendo nostro l’ammonimento consegnatoci da Goethe in una delle sue Massime e Riflessioni: «E’ difficile venire a capo degli errori del nostro tempo: se si prendono di petto si rimane soli; se ci si inchina di fronte a essi non se ne ricava né onore né gioia» (TEA, 1988, n. 440).

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