Caminante, no hay camino. . .

Domani, 4 maggio, avrà fine la cosiddetta “fase 1”, e avrà invece inizio la tanto agognata “fase 2”. Con la fine della “fase 1”, è giunto il momento di fare un primo bilancio di ciò che L’antivirus è stato; e ancor di più, di rivolgerci al futuro, di riflettere su ciò che L’antivirus potrà, nei prossimi mesi, diventare. Quando, il 6 aprile scorso, L’antivirus incominciava la propria attività, fondamentalmente due erano gli obiettivi che esso si prefiggeva: da un lato, quello di far nascere un dialogo aperto, approfondito e intergenerazionale intorno alla crisi coronavirus; e dall’altro, quello di coagulare un gruppo che alle conseguenze di tale crisi potesse, un giorno, nel proprio piccolo rispondere

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Sanità in salsa lombarda

Guardando ai dati di questi tre mesi di epidemia qualcuno si è chiesto se non fossimo davanti a due epidemie differenti: una in Lombardia e l’altra nel resto del Paese. Anche dopo tutte le “normalizzazioni” possibili (quando si cerca di eliminare fattori di “annebbiamento” per poter paragonare i dati in modo da renderli più ‘significativi’), i numeri e le curve della Lombardia restano diversi da quelli di tutte le altre regioni: la seconda regione (dopo la Val d’Aosta) per diffusione del virus

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Il corpo e il rischio

La chiave di lettura dell’attuale quotidianità si pone sotto il segno del “distanziamento sociale”, concetto che ha completamente mutato l’assetto dei rapporti sociali in nome del rischio. Ma esattamente, in cosa consiste questo rischio, e quali sono le sue implicazioni? Questa riflessione nasce alla luce di quanto accaduto negli Stati Uniti, dove i corpi di persone defunte a causa del covid-19 sono stati chiusi, nel più totale anonimato, dentro casse di legno,

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Giù, sulla via maestra della città

Secondo la tradizione il Buddha, in giovinezza, crebbe nelle stanze del palazzo paterno, avvezzo a ogni piacere. Un giorno, però, spinto dal desiderio di conoscere il mondo, chiese a suo padre di scendere in città. Il re, temendo che ne fosse turbato, diede ordine di sgomberare la via maestra, di scacciare storpi e accattoni perché il figlio non li vedesse. Ma gli dei, per spronare il principe, gli misero sotto gli occhi tre uomini: un vecchio, un malato e, infine, un morto. Solo dopo aver ricordato la sofferenza e la caducità che sono alla radice del mondo, il figlio del re decise, una notte, di fuggire dal padre e dal suo splendido e fasullo palazzo.

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Autocertificazione Standard

Tra il 1982 ed il 2015, lo Stato italiano ha portato avanti una campagna di sterilizzazione coercitiva di massa contro le persone trans. Per quarant’anni, per poter rettificare i propri documenti e poter avere il proprio genere riconosciuto ufficialmente, le persone trans si sono dovute sottoporre ad una sterilizzazione chirurgica completa. Dal 2015 non siamo più costretti alla sterilizzazione forzata, ma le condizioni di riconoscimento di una persona trans in quanto tale continuano ad essere

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Top(o)i in quarantena

Mi preme fare almeno una piccola considerazione affinché si possa comprendere la genesi di questa orrenda metafora che forse il lettore seguiterà a leggere. Lo sfortunato non troverà in questo breve testo dati di alcuna natura, tabelle o grafici. Nessuna notizia o riferimento esplicito ad un tristemente noto virus cui abbiano volenti o nolenti (in special modo dolenti), dato un nome e un cognome, persino un soprannome. Perciò qui non si troveranno analisi mediche o di qualsiasi altra natura, nessuno straordinario incitamento a restare forti e coltivare hobby da salotto, nessun trucco per la ricetta della crema pasticcera fatta in casa

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Per un Ritorno al Futuro

Dopo il Covid-19, gli effetti della crisi climatica – sistematicamente ignorata dalle istituzioni – rischiano di farci precipitare in un’emergenza ancora peggiore di questa. Ma c’è una soluzione: le strategie per contrastare il cambiamento climatico risolverebbero al tempo stesso molti problemi sociali contro i quali si combatte da decenni, oltre a prevenire nuovi rischi sanitari. Lo sentite? Il treno ha fischiatob All’improvviso ci siamo ritrovati confinati

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Un periodo speciale

A Pechino e nei territori in cui arriva la sua voce, si è sentita l’espressione “periodo speciale” (特殊时期) per descrivere il momento diverso da tutti gli altri che ha sconvolto il Paese fra metà gennaio e fine febbraio. Le sue cause esistevano già da prima, e le conseguenze si vivranno anche dopo, ma quei giorni rimaranno unici: gli agghiaccianti bollettini, aspettati ogni giorno con preoccupazione, come una pena dantesca senza fine; la morte di Li Wenliang, che ha dato forma a una rabbia sociale verso

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Kuze vuol dire vaso

Stamattina sono andata in tribunale. Prima di uscire di casa, ho preso un quaderno per scrivere l’autocertificazione, ché anche in Grecia te la scrivi da sola. Qual è la mia necessità? (1 banca, 3 supermercato, 6 attività motoria?). Si può andare in tribunale? E mentre camminavo mi dicevo che ero stanca di questa fatica, di dovermi alzare, di sapere dove si trovano i tribunali e come funzionano queste cose.
Fatto sta che ci sono andata

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Fare bene, oltre il virus

Nel bel mezzo della pandemia, quando l’opinione pubblica aveva più o meno conquistato il concetto del gruppo, del bene collettivo, sono stata travolta da una serie di eventi terribilmente individuali. Mi sono abilitata, concludendo, così, una parte del mio percorso di studi (sì, sono tra quei neo-medici del decreto); ho trovato lavoro (capirai, di questi tempi gli unici che non

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