Sanità in salsa lombarda

Guardando ai dati di questi tre mesi di epidemia qualcuno si è chiesto se non fossimo davanti a due epidemie differenti: una in Lombardia e l’altra nel resto del Paese. Anche dopo tutte le “normalizzazioni” possibili (quando si cerca di eliminare fattori di “annebbiamento” per poter paragonare i dati in modo da renderli più ‘significativi’), i numeri e le curve della Lombardia restano diversi da quelli di tutte le altre regioni: la seconda regione (dopo la Val d’Aosta) per diffusione del virus

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Una passeggiata a New York

Questa mattina sono uscita intorno alle 12, munita di mascherina. Ero diretta poco lontano da dove abito, al parco che corre lungo la riva del fiume Hudson, linea demarcatrice del confine fra lo stato di New York e il New Jersey. Era una giornata di splendido sole, e data l’assenza di reali restrizioni in merito alla possibilità di uscire di casa, ho approfittato per prendere una boccata d’aria. Anche in questa situazione estrema, il governo ha preso la via della responsabilizzazione dell’individuo e ha scelto di non agire sulla libertà personale con restrizioni imposte dall’alto. Il numero di emergenza attivato dal sito ufficiale della città di New York per mantenere i cittadini informati sulla situazione COVID-19 si occupa di diffondere e inviare messaggi che invitano a restare a casa, a stare lontani gli uni dagli altri: “aiuta a fermare il contagio del COVID-19. Resta a casa per salvare vite.

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La vita al centro. Appunti per una politica dei saperi

In tempi di solitudine e reclusione forzata, assistiamo, da studenti, alla manifestazione del lato più mortifero dell’organizzazione dell’università, che trova nella didattica frontale il suo epigono. Mortifero e mortificante è stare davanti ad un PC ad ascoltare per ore lezioni che, adesso, si mostrano nella loro natura di soliloqui autoreferenziali. E il sapere istituzionalizzato appare d’un colpo un sapere impersonale e passivante, un qualcosa che sembra

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Una crisi senza precedenti

Mentre la crisi sanitaria del Covid19 si fa più intensa, appare sempre più chiaro che il collasso della produzione globale probabilmente supererà quello di qualsiasi recessione degli ultimi 150 anni – cioè dell’intera storia del capitalismo. L’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) stima che la crisi porterà alla distruzione di 195 milioni posti di lavoro. Quindi, dopo aver analizzato l’epidemiologia della pandemia da Covid19, l’attenzione dei media ora è sempre più focalizzata su come

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Per un’esistenza condivisa

Ovunque io mi giri il messaggio è chiaro: quale periodo migliore per riprendere quel vecchio progetto abbandonato che siamo noi stessi? Forse avevo una scusa quando il lavoro riempiva le mie giornate, ma ora che quell’alibi non c’è più dovrei davvero usare questo tempo per migliorarmi. In una società che si esalta per aver permesso a tutti di partecipare, perché non partecipare anche al proprio sfruttamento? The time is now. Del resto, non è più la mia forza

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Le librerie e il paradigma dell’emergenza

Il confronto sull’opportunità dell’apertura delle librerie in questa temperie emergenziale di chiusura delle attività commerciali, per quel che può valere l’opinione d’un libraio, permette di porle in evidenza – in “emergenza”, appunto – come caso paradigmatico del momento. Il libro e la lettura, come si sa, da anni si attestano su un “plateau” di vendita e diffusione imbarazzante per un Paese

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La Cina alla prova della fase 2

La Repubblica Popolare Cinese è il primo paese ad aver affrontato, e forse contenuto, la pandemia Covid-19, dando la sensazione di aver trasformato una potenziale catastrofe sanitaria in un’occasione di visibilità e prova d’efficienza del suo modello socioeconomico, il “socialismo con caratteristiche cinesi’. L’immagine della Repubblica Popolare sembra essersi rafforzata e il soft power di Pechino viaggia insieme ai suoi medici e ai suoi cargo di materiale utile alla lotta al Covid-19.

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La salute in tempi di emergenza e in tempi di normalità

L’importanza della sanità pubblica in tempi di emergenza da Covid-19, ma a maggior ragione in tempi “normali”, deve portarci a riflettere da un lato sulle origini storiche dell’istituzione che ne è più investita, il Servizio Sanitario Nazionale; dall’altro sulle trasformazioni che negli ultimi decenni hanno portato a una riduzione del welfare e dei servizi pubblici. I tagli alla sanità e al welfare sono stati uno degli elementi centrali della riorganizzazione del capitalismo in chiave neoliberale affermatasi a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso. Da tempo analizzati da una ricchissima letteratura,

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Ce la faremo. Politica, società ed economia ai tempi del Covid-19

Come in ogni momento di difficoltà, le classi dirigenti usano le crisi per ricreare quella comunità fittizia – ma dagli effetti assai reali – che è la nazione. Questa operazione serve a stabilizzare le perturbazioni che potrebbero mostrare il fondo vuoto su cui poggia la comunità nazionale – l’assenza di un’origine comune, l’inconsistenza dell’ideologia della cultura comune. Priva di fondamenti, questa comunità immaginata necessita infatti di continui miti mobilitanti. Negli editoriali, nelle interviste, nei discorsi pubblici, quasi tutti i relatori fanno riferimento alla tempra italiana, al carattere forte, allo spirito di sacrificio, al coraggio del popolo italiano che possono così tenere insieme chi dal diverso destino sociale è separato.

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