Il caso Russia

La possibilità di risvolti autoritari di contorno alla pandemia è un dato di fatto ormai assodato. Ce lo dimostra Viktor Orbán, nel silenzio generale della democratica Europa, rotto solo da una timida dichiarazione d’intenti di Ursula Von der Leyen. Oltre i confini dell’Unione, tuttavia, qualcun altro non ha esitato ad approfittare di questa occasione. Un mese fa, Putin ha sfruttato la minaccia della pandemia con invidiabile tempismo per rafforzare il proprio consenso, quando in Russia la diffusione del virus sembrava ancora relativamente lontana. Da poco i contagi hanno iniziato ad aumentare esponenzialmente, e con loro vengono alla luce i punti critici della gestione dell’emergenza da parte del Cremlino.

Leggi il seguito

Una passeggiata a New York

Questa mattina sono uscita intorno alle 12, munita di mascherina. Ero diretta poco lontano da dove abito, al parco che corre lungo la riva del fiume Hudson, linea demarcatrice del confine fra lo stato di New York e il New Jersey. Era una giornata di splendido sole, e data l’assenza di reali restrizioni in merito alla possibilità di uscire di casa, ho approfittato per prendere una boccata d’aria. Anche in questa situazione estrema, il governo ha preso la via della responsabilizzazione dell’individuo e ha scelto di non agire sulla libertà personale con restrizioni imposte dall’alto. Il numero di emergenza attivato dal sito ufficiale della città di New York per mantenere i cittadini informati sulla situazione COVID-19 si occupa di diffondere e inviare messaggi che invitano a restare a casa, a stare lontani gli uni dagli altri: “aiuta a fermare il contagio del COVID-19. Resta a casa per salvare vite.

Leggi il seguito