Autocertificazione Standard

Tra il 1982 ed il 2015, lo Stato italiano ha portato avanti una campagna di sterilizzazione coercitiva di massa contro le persone trans. Per quarant’anni, per poter rettificare i propri documenti e poter avere il proprio genere riconosciuto ufficialmente, le persone trans si sono dovute sottoporre ad una sterilizzazione chirurgica completa. Dal 2015 non siamo più costretti alla sterilizzazione forzata, ma le condizioni di riconoscimento di una persona trans in quanto tale continuano ad essere

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#iononrestoacasa

La desolazione delle città di tutto il mondo è stata raccontata attraverso discorsi dai toni foschi e immagini impressionanti. Ci siamo trovati il vuoto e la stasi laddove meno ce lo saremmo aspettato (piazze, strade, stazioni); spettatori inerti, chiusi in casa a contemplare questo spettacolo post-apocalittico con una crescente sensazione di eerieness. Al riparo dal virus tra le quattro mura domestiche, non possiamo però sfuggire alla narrazione velenosa della pandemia-quarantena come “guerra”, ai toni concitati, ai continui allarmi – né tantomeno contrastarla efficacemente. Ma nel generale ribaltamento del mondo, una prospettiva alternativa, uno sguardo autonomo e “immune”, arriva, anche qui, da dove forse non ci saremmo mai aspettati.

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Contagiamoci di empatia

Si parla tanto, in questi giorni, delle responsabilità dello Stato e delle colpe dell’Economia, di istituzioni miopi, lente o, peggio, reticenti, che si dimostrano ina-deguate o disinteressate a gestire con consapevolezza la pandemia e i suoi effetti. Si parla di mancanza di volontà politica e di eccessivo opportunismo economico. Si parla, finalmente, di quelle crepe profonde che hanno disegnato i confini esterni ed interni delle nostre

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Abitare il Coronavirus

La situazione che si è venuta a creare con il coronavirus spinge a riflettere sulle condizioni in cui abitiamo le nostre città, e più in generale su come queste sono organizzate e come la vita di relazione ci costituisce in quanto persone. Una delle prime cose che l’esperienza che stiamo vivendo col coronavirus evidenzia è l’esistenza ed il rafforzamento delle disuguaglianze

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Covid-19, democrazie e disuguaglianza

“La povertà è gerarchica, lo smog è democratico”. Così scrive Ulrich Beck nel suo libro La società del rischio. Verso una seconda modernità (Carocci, 2000). Il dibattito attorno a quella frase è attuale e lo dimostrano le recenti mobilitazioni organizzate da Fridays for Future ed Extinction Rebellion che hanno caratterizzato tutto il 2019 e che attraverso lo slogan “Cmate Justice Now” ponevano il tema del rapporto tra la democrazia e la crisi climatica.

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L’epidemia, i migranti, gli untori

Il motoscafo entra nel porto di Lampedusa intorno alle 23 di domenica 16 febbraio. A bordo ci sono sedici persone. Si tratta di quattro famiglie libiche, in fuga dalla guerra. Oltre alle forze dell’ordine, ad attenderli al molo c’è una troupe di Rete4 che si avvicina, chiede in inglese da dove arrivano, quanti sono. «Arriviamo dalla Libia,

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Agricoltura e mobilità ai tempi della pandemia

L’emergenza sanitaria globale ha avuto tra le sue principali conseguenze quella di limitare fortemente il movimento delle persone sia tra diversi stati che all’interno degli stessi territori nazionali. Le restrizioni al movimento messe in atto dai governi hanno dimostrato quanto la mobilità delle persone sia fondamentale per il funzionamento dell’economia. In particolare, in Italia queste restrizioni hanno evidenziato

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Salvini, la ministra, Google e il Papa

I motivi per parlare di scuola e di didattica sono sempre numerosi, ma quelli per tacere generalmente sono in netta maggioranza. Questa mia convinzione aveva vacillato già qualche giorno fa, quando la ministra dell’istruzione aveva dato prova dell’incapacità di comunicare nella propria lingua madre1 e Salvini aveva pubblicato un post in cui poneva il problema dell’accesso all’istruzione per tutti e tutte proponendo, come in Spagna, una programmazione didattica nazionale via tv.

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Dentro un’attesa surreale

Voglio prendere alla lettera il sottotitolo del vostro sito, e cercare di costruire un dialogo, una interlocuzione diretta, con alcuni tra i primi interventi che avete pubblicato su L’antivirus. Partirò dal denso testo di Carmine, che pone sul tappeto con chiarezza una serie di problemi di diversa portata, a partire dalla gestione della pandemia in corso. Al primo posto la questione sanitaria e dunque la necessità di tener conto oggi e in futuro, come lui dice, “della geografia e della storia” del nostro sistema sanitario, che – con la sua articolazione territoriale drammaticamente disuguale – decide della vittoria o della sconfitta della medicina sulla malattia. In discussione sono anche le decisioni governative per contenere la dinamica di espansione del virus, che hanno portato a una assolutizzazione del blocco totale della mobilità sociale.

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