Top(o)i in quarantena

Mi preme fare almeno una piccola considerazione affinché si possa comprendere la genesi di questa orrenda metafora che forse il lettore seguiterà a leggere. Lo sfortunato non troverà in questo breve testo dati di alcuna natura, tabelle o grafici. Nessuna notizia o riferimento esplicito ad un tristemente noto virus cui abbiano volenti o nolenti (in special modo dolenti), dato un nome e un cognome, persino un soprannome. Perciò qui non si troveranno analisi mediche o di qualsiasi altra natura, nessuno straordinario incitamento a restare forti e coltivare hobby da salotto, nessun trucco per la ricetta della crema pasticcera fatta in casa

Leggi il seguito

Figlio della quarantena

Il primo frutto del nostro isolamento oggi è chiederci: ma domani? Lo domandiamo a un immaginario interlocutore in fil di ferro che tuttavia non vuole proprio saperne di darci una mano. Così, persi nel limbo, ci appoggiamo l’uno all’altro per brevi attimi di incosciente rifiuto delle distanze minime. Riflessioni, domande o cianfrusaglie varie trovate e sopravvissute sotto i divani.

Leggi il seguito

Contagiamoci di empatia

Si parla tanto, in questi giorni, delle responsabilità dello Stato e delle colpe dell’Economia, di istituzioni miopi, lente o, peggio, reticenti, che si dimostrano ina-deguate o disinteressate a gestire con consapevolezza la pandemia e i suoi effetti. Si parla di mancanza di volontà politica e di eccessivo opportunismo economico. Si parla, finalmente, di quelle crepe profonde che hanno disegnato i confini esterni ed interni delle nostre

Leggi il seguito

Raccontare la Catastrofe

L’esperienza collettiva che l’Italia e il mondo stanno vivendo in queste settimane ci mette di fronte a un problema nuovo, che si aggiunge e, anzi, sovrappone a quello materiale dell’emergenza biologica e sanitaria: si tratta dell’emergenza mediatica e “letteraria” che richiede, per essere affrontata, degli strumenti che forse non abbiamo ancora pienamente a disposizione ma che – proprio per questo – occorre al più presto fabbricarci. La peculiarità del “fatto” coronavirus,

Leggi il seguito

Una inaspettata fine del mondo

“Se stai leggendo queste parole, allora l’umanità non è ancora scomparsa”. Chi non ha mai sognato di iniziare un racconto in questo modo. È uno degli incipit più abusati dalla science-fiction. Potrebbe essere l’inizio di un libro di fantascienza apocalittico di serie B e invece è la realtà che stiamo vivendo con angoscia in questi giorni. Una realtà plausibile, per quanto inaspettata che siamo stati abituati a contemplare con distacco e ironia nelle

Leggi il seguito

L’immaginario collettivo ai tempi del Coronavirus

Ci troviamo ad assistere negli ultimi tempi ad una esasperazione della militarizzazione del linguaggio. Penso al virus come nemico da combattere, ai medici in prima linea, all’echeggiare dell’inno d’Italia, alla pubblicità per l’arruolamento di volontari della Croce Rossa, al riferimento all’ora più buia di Churchill… Insomma, credo che ciascuno possa continuare la lista con gli esempi che preferisce. Durante le prime settimane di lockdown, quando l’Italia era ancora l’unico Paese in Europa ad aver deciso di impedire la mobilità dei cittadini se non per comprovati casi di necessità, circolava in rete un articolo, condiviso con me con le migliori intenzioni,

Leggi il seguito

Prevedibile e imprevedibile

Questa pandemia – guerra, calamità, crisi, sospensione, catastrofe? – ha spiazzato tutti. Sento dire: «era inattesa, apparteneva all’ordine dell’impensabile, del non immaginabile. Nessuno poteva prevederla, almeno in queste forme». Sgomento, orrore, terrore, angoscia dinnanzi a quanto di più inquietante e più perturbante poteva accadere sono del tutto giustificati, comprensibili; così come si può comprendere la difficoltà a capire, a intervenire, a combattere il virus. In questa autoassoluzione però si tende ad abbracciare anche il passato e si finisce per concludere che nessuno ha la responsabilità per quello che è accaduto. L’imprevedibilità diventa un alibi per evitare di capire quanto è successo finora e anche per evitare scelte di domani. Ma quanto è accaduto era davvero imprevedibile?

Leggi il seguito