Crisi organica

È opinione assai diffusa che la crisi del coronavirus sia la più grave e traumatica, tra quelle che hanno scosso il nostro paese, almeno dai tempi della Seconda Guerra mondiale. L’affermazione ha – come vedremo – un contenuto di verità incontrovertibile, ma la sua generica enunciazione si presta a pericolosi fraintendimenti. In effetti è questo il rischio che si corre, se ci si affida al giudizio dominante. Si dice: «La crisi è oggettiva; la sua ineluttabilità è sotto gli occhi di tutti; è prodotta dall’invasione di un nemico esterno che adopera armi letali a noi per ora ignote; in attesa di indagarne le ragioni, non ci si può attardare né dividere sulle

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Sulla corona (del soldato)

È certamente rischioso in queste ore, mentre la situazione evolve ancora a ritmo rapidissimo e gli animi di tutti sono così dolorosamente gravati, lanciarsi in considerazioni incerte sul modo in cui stiamo reagendo di fronte alla nuova pandemia. Mi metto però a farlo, spero ben conscio dei miei limiti e delle mie ignoranze, perché a colpirmi è anzitutto una cosa: il totale, monolitico, mi domando se poco ragionato assenso della gran parte di noi alle misure prese dal Governo e dal Presidente del Consiglio. Ho come la sensazione che di fronte all’emergenza la nostra capacità di ragionare si sia azzerata: ci limitiamo ad ubbidire passivamente, terrorizzati all’idea che la malattia possa cogliere noi o i nostri cari, incapaci di mettere in discussione quell’opinione che, lo diamo per scontato, è migliore della nostra in q…

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Pandemia e resilienza filosofica

Dare un nome alle cose rientra fra i privilegi di noi esseri umani. Forse aiuta anche a placare qualche ansia. E di sicuro a classificare i fenomeni del mondo che ci circonda: a orientarsi meglio tra le loro sollecitazioni. Eppure, proprio questo privilegio oggi sembra essere soltanto un’ulteriore conferma di quanto sia grave la crisi in cui un virus è stato in grado di precipitare il mondo intero: più capisci e classifichi le cause e le conseguenze di questa pandemia da Covid-19; più cominci a orientarti nello scenario planetario che essa sta delineando e più la tua ansia invece di placarsi si accresce. Fino a farti sentire con chiarezza che proprio a questa pandemia possiamo reagire in modo costruttivo soltanto facendo nostro l’ammonimento consegnatoci da Goethe in una delle sue Massime e Riflessioni: «E’ difficile venire a capo degli errori del nostro tempo: se si prendono di petto si rimane soli; se ci si inchina di fronte a essi non se ne ricava né onore né gioia» (TEA, 1988, n. 440).

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