Il picco alle nostre spalle (ma lo sapevamo da un mese)
Il 21 febbraio, venerdì, mi raggiunge la telefonata di una mia vecchia amica, giornalista. “Maurizio, ma tu come la vedi questa storia del Coronavirus?” “Un’influenza, un po’ più cattiva.” “Si vede che non leggi i giornali. Sta per scoppiare l’apocalisse.”. Avevamo ragione entrambi, probabilmente. Proprio quel giorno 14 persone a Codogno e 2 persone a Vo’ Euganeo, a distanza di 200 km le une dalle altre, risultano positive al test. Fino a quel momento sembrava una cosa ‘cinese’: i due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani e un italiano rimpatriato dalla Cina. Basta. Tre casi in tre settimane. Ma le cose non stavano così.
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